Lo scorso weekend ho terminato la lettura di un libro che ha fatto – e continua a fare – la storia nel settore della crescita personale: Come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie.
La figlia Donna, nella prefazione, racconta di aver curato personalmente questa nuovissima edizione. Inoltre, in fondo al libro, ci sono rimandi ai siti internet della Dale Carnegie Training. È quindi chiaro che si tratta, appunto, di un’edizione rivista e adattata ai nostri giorni, anche se gli esempi restano quelli delle versioni precedenti, tuttora validi a livello di principi e insegnamenti.
Oltre ai contenuti, di estremo interesse, la cosa che mi ha colpita – e che da editor e correttrice di bozze (oltre che lettrice piuttosto forte) non poteva sfuggirmi – è stata l’attenzione alle questioni di genere.
Si dice ad esempio che “Katherine A. Allred di Kings Mountain, in North Carolina, è ingegnera capo” e “anche i bambini sanno dove è nata Alcott”, mentre l’edizione precedente riportava: “Katherine A. Allred di Kings Mountain, in North Carolina, aveva la responsabilità dei tecnici” e “anche i bambini sanno dove è nata la Alcott”, ossia una donna senza un titolo specifico e ‘la’ Alcott.
Anche se non avessi letto la prefazione di Donna, quindi, avrei capito che non poteva essere un libro del 1981, ma un’opera molto più recente.
E, in tutto questo, quanto merito spetta al traduttore, Stefano Chiapello, o all’editor dell’edizione italiana? Perché entrambi gli esempi che ho citato non pongono alcun problema in inglese, a differenza dell’italiano. (Da ex traduttrice non posso non farmi anche questa domanda! 🤓😅)
Ecco perché adoro il mio lavoro e amo tanto leggere: accorgermi di questi dettagli mi permette di poter ‘datare’ un libro anche senza vedere l’anno di stampa indicato sul colophon. Sono piccole (grandi) soddisfazioni che spingono a migliorarsi sempre e non fermarsi mai.