Sono una persona molto fortunata perché vivo in un quadro che cambia tonalità con il passare delle stagioni: è verdissimo in primavera ed estate – quando gli alberi e i prati sono rigogliosi e costantemente annaffiati dalle piogge –, assume poi tutte le sfumature del giallo, dell’arancio e del rosso intenso in autunno, per tingersi infine di bianco con la neve in inverno.
Cosa significa vivere in un posto così?
Significa svegliarsi al mattino con il rosa dell’alba e il sole che ti fa l’occhiolino dalla porta-finestra del terrazzo, senza bisogno di muoversi da letto. Ma anche andare a dormire con la luna che ti saluta dalla medesima finestra e, quando è piena, illumina a tal punto la stanza che, istintivamente, provi a spegnere la luce, ma non c’è nulla da spegnere.
Significa aprire la porta di casa ed essere dentro al bosco, senza bisogno di prendere l’auto e fare strade impervie per arrivarci.
Significa che l’aria è sempre pura e spesso frizzante, anche in estate, zero umidità, e maglioncino a portata di mano, soprattutto di sera.
Significa che se prima per risalire dal tuo pezzetto di bosco ti servivano le bacchette e arrivavi a fine giornata sfinita, dopo pochi mesi sali e scendi come una capretta, riuscendo quasi a tenere il passo di Luna nelle sue pazze escursioni dietro a odori e tracce. E questo ti riempie di soddisfazione perché davvero non ti accorgi più nemmeno delle pendenze che percorri ogni giorno. Tu, proprio tu, che fino a qualche anno fa non riuscivi a stare fuori per più di quindici minuti senza congelarti e non muovevi un passo per paura di ammalarti.
Significa, quando il cielo è terso, vedere sulla destra la Serra e dietro di lei il Monviso, mentre di fronte si staglia il biellese che scende giù fino a Milano, con la sua coltre di smog. A sinistra e alle tue spalle, invece, hai sempre le montagne che, già a novembre, hanno le vette bianche come pandori spolverati di zucchero a velo!
Significa imparare a convivere con i caprioli, che ti ritrovi sotto casa quasi ogni sera, ma anche con i cinghiali, gli scoiattoli, le poiane, le faine e tutte le creature che animano di giorno e di notte il bosco, e riuscire a riconoscerli dal rumore dei loro passi o dai suoni che emettono.
Potrei continuare per pagine e pagine: i vantaggi sono enormi, però… ci sono anche dei però. Tutti mi dicono: “Wow, magnifico, che bello, chissà come si sta bene! Come ti invidio, vorrei tanto anch’io… il paradiso”. Sì, certamente, è un posto incantevole e spesso fuori dall’immaginario dei più. Niente grigio, niente inquinamento, al massimo nuvole basse basse che non fanno vedere a un palmo dal naso, ma aria sempre pura. Al punto che qui, un tempo, venivano in vacanza le persone benestanti come oggi si va alle terme.
Ma… c’è sempre un ma!
La vita nel bosco non è solo bellezza e pace. A volte il silenzio è talmente assordante da non riuscire a mettere a tacere le tue voci interiori, che prendono il sopravvento su tutto. È in quei momenti che ti ritrovi sola con te stessa e i tuoi fantasmi. Sempre loro, anche nel bosco, perché puoi anche trasferirti sulla Luna o sul tuo pianetino personale (LuKiStella) ma loro non ti mollano mai, restano sempre in sottofondo e aspettano un momento di debolezza per ripresentarsi in tutto il loro ‘splendore’. E tu che fai? Cerchi di reagire dedicandoti a cose belle, oppure ti metti in ascolto e attendi che se ne vadano. Dipende dai giorni, dipende dagli umori, dipende dal clima.
A volte sentire un’amica è di grande aiuto, o buttarsi a capofitto su un progetto, oppure, come in questo preciso momento, scrivere… chiedendosi a chi in realtà possa interessare leggere di te e delle tue paranoie.
Per tutto il resto… c’è Luna, che mi ricorda, sempre e comunque, che il ‘qui e ora’ è la cosa più importante.