Prima di adottare Luna, nel 2012, avevo consultato una veterinaria comportamentalista che, nel tempo, è diventata una cara amica.
Roberta – questo è il suo nome – mi ha supportata in momenti di forte crisi grazie alla sua capacità di leggermi dentro e interpretare quello che spesso già sapevo ma non riuscivo a tirar fuori.
Quattro anni fa, quando ho deciso di trasferirmi sui monti, mi ha dedicato questo brano meraviglioso.
«Ho conosciuto Chiara tanti anni fa, nelle assolate campagne romagnole.
Voleva condividere il desiderio già maturo di aprire le porte di casa a un cucciolo di cane e cercava qualche buon consiglio su come poter allestire gli spazi e organizzare i ritmi familiari perché il cucciolo potesse trovare la giusta accoglienza e, al contempo, gli adorati mici non soffrissero per la novità. Fin qui nulla di strano. Ricordo però che Chiara, sin dal primo incontro, mi poneva domande e riflessioni sul comportamento e sulla comunicazione canina che non ero abituata a sentire e che dimostravano grande curiosità e senso di responsabilità.
Dopo poco arrivò Luna, bellissimo meticcio dal pelo biondo e dal muso volpino. Proveniva dal Sud, un passato ignoto alle spalle. Di lei mi colpì subito lo sguardo acuto e penetrante, simile per molti versi a quello della ‘sua umana’. Non appariva certo come uno di quei cuccioli festosi e aperti a ogni situazione; piuttosto il suo atteggiamento assomigliava a quello di un orgoglioso animale selvatico, fiero della propria agilità e disposto a concedersi e svelarsi poco alla volta. Qualcuno avrebbe potuta definirla schiva e diffidente, ma per Chiara è stata da subito ‘la sua Luna’, da conoscere e scoprire.
Rimasi davvero impressionata dalla sua grande apertura e dal sincero desiderio di comprendere quell’essere che era entrato a far parte della sua vita. Pur di fronte a qualche difficoltà di scelta e di gestione, Chiara ha da subito abbracciato la via dell’ascolto profondo, mostrando nel tempo quella pazienza e quell’apertura che sono state un toccasana per la loro relazione.
È così: alla relazione serve tempo. Tempo perché qualunque aspettativa si affievolisca fino a scomparire, così da lasciare davvero spazio alla curiosità di incontrare l’altro, di conoscerlo per ciò che porta, misurandosi con tale diversa prospettiva e trovando insieme la giusta dimensione in cui l’incontro può fiorire.
Qualsiasi animale, quando arriva nelle nostre vite, risuona con le nostre emozioni più profonde e autentiche: di ciò possiamo essere consapevoli oppure no.
Le emozioni che Luna portava alla luce erano dunque quelle che agitavano il cuore di Chiara, quelle che la spingevano la domenica a preferire una passeggiata silenziosa nel bosco a una spiaggia affollata, quelle che le parlavano di un desiderio di intimità e cura, quelle che via via premevano perché lasciasse andare situazioni che non si confacevano più al suo reale star bene.
Come spesso accade, Chiara si è interrogata innanzitutto su quale fosse il bene per Luna, prima ancora che il proprio, senza accorgersi da principio di quanto questi ‘beni’ coincidessero.
Mi ricordo, nei nostri incontri, di averle spesso ripetuto: “Vuoi aiutare Luna a stare bene? Chiedi a te stessa cosa ti fa davvero stare bene”.
E man mano che approfondivo la loro conoscenza, diventava sempre più evidente come, di fronte a me, si stesse dipingendo tra loro una simmetria perfetta, tanto nelle criticità che si presentavano nella loro vita quotidiana, quanto nelle enormi risorse e competenze che entrambe mostravano di possedere.
Negli anni Chiara e Luna hanno affrontato molte situazioni che hanno richiesto fiducia, pazienza, perseveranza, convinzione, coraggio. E Chiara, attraverso Luna, credo abbia imparato a leggere meglio sé stessa, mettendo a fuoco i propri bisogni, i propri desideri più autentici e decidendo di chiudere, non senza dubbi e dolore, situazioni diventate ormai limitanti.
Così sono arrivati l’autonomia, l’equilibrio tra il lasciar andare e il trattenere, il lavorare l’una al fianco dell’altra, fino alla decisione di cambiare rotta e di vivere la montagna, a coronare un percorso di determinazione e coraggio da togliere davvero il fiato. Un percorso che altro non è se non la scoperta della parte più autentica di ciascuno di noi.
E oggi l’augurio per loro e per chi – come Chiara – si è messo ‘in viaggio’ accanto al proprio animale è quello di non smettere mai di dare tempo alla relazione e, attraverso questa, di potersi sentire ‘a casa’ ogni giorno, assaporando il senso della vita e vivendo la gioia e la pienezza in ogni istante.»
Grazie di cuore Roberta 💚