Oggi, passeggiando con Luna e fotografando con gli occhi e con il telefono paesaggi e dettagli, ho notato le solite (piccole) differenze e le tantissime somiglianze con quanto visto ieri.
Se osservo il generale tutto sembra uguale, ma se mi focalizzo sul particolare, mi accorgo che le differenze sono evidenti.
Ad esempio, questa mattina sono stata catturata da singolari ragnatele sui prati, raso terra, che circondano e ricoprono un’intera pianticella, e sembrano veli di seta o cotone tessuti durante la notte.
Ebbene, questo mi ha fatto pensare al mio lavoro di editor e correttrice di bozze, perché correggere è come guardare lo stesso paesaggio o dettaglio a distanza di qualche giorno, mentre editare è come guardarlo dopo due o più mesi. E così come in natura più passa il tempo e maggiori sono le differenze, allo stesso modo più profondo è l’intervento da fare, maggiori saranno le differenze tra il testo di partenza e quello di arrivo.
Quindi l’editing è un po’ come confrontare una foto scattata a giugno, con gli alberi verdi e il prato al suo massimo splendore, e una scattata in ottobre, con le foglie rosse e il prato ingiallito, o addirittura – nei casi più complessi – in gennaio, quando la neve ricopre tutto con la sua soffice coltre bianca.
La correzione di bozze, invece, somiglia a quei giochi della Settimana Enigmistica in cui due foto o vignette sembrano assolutamente identiche, ma in realtà nascondono almeno venti particolari che le distinguono.
Ecco, io ogni mattina passo in rassegna la natura come se fosse la pagina di un libro da correggere, mentre quando rivedo foto di qualche tempo fa e le confronto con il paesaggio attuale è come se stessi editando.
Pensare alla mia vita e al mio lavoro in questo modo, con questa metafora, mi scalda il cuore perché mi fa sentire in totale armonia con me stessa.